Beneficiary: Casa Circondariale di Napoli Poggioreale
Cost: to be evaluated
Year: 2015 - ...
Progress: |10%|
Place: Napoli (Italy)
Function: Jail courtyard
Square feet: 565
Donor: Public funds
CORTILE LIVORNO

In collaboration with :
Il carcere possibile O.N.L.U.S.




.
Despite the problems of being an old-fashioned prison (the construction began in 1905), the prison of Poggioreale has a great quality: it is one of the few Italian prisons built within the city, that is a structure inserted in the living body of the city. This important feature allows inmates to feel more connected to the outside world, not only through family members - in such a position that manage to have more frequent contact with them - but right through the location, which affects their perception of what is happening "out" (for example, through the external noises).
The city is first of all a place, a system of relations; the form of the city affects these relationships and from them is conditioned. In addition, this system also feeds the rules system: the space of sociability is an area with a high educational potential.
Somehow, the project aims to bring within the prison a fragment of the city, that is a space articulated that can stimulate, through various methods, relationships and sociability, and through what triggers a (re)educational process.
The space of the courtyard is then articulated by dividing it into areas with different vocation, marked by a different flooring, and the insertion of a few three-dimensional elements. The entire composition is generated on the basis of a grid of rectangular modules - as in the path of foundation of a city - to which gradually overlap a series of functional levels: the grid, testimony of a flexibility and modularity of the design, the dynamic space, the space of relaxation and the aggregation space.
While the compositional grid gives order - even if latent - to the whole, on the other there is no real restrictions on use or internal demarcations leaving a free margin, which does allow those who live that space to do it own, perhaps using it according to new and different ways: a lower floor will be an element on which to sit, relax, do exercises or play cards, but also more.
The setting of the project, the use of a compositional grid and of a few three-dimensional elements (also because of the necessary safety measures) make it possible modularity, composition and realization: the project may change by adapting to different contexts and needs as well as we can hypothesize a gradual execution.
Poggioreale, pur con le problematiche derivanti dall’essere un carcere di vecchia concezione (i lavori di costruzione iniziarono nel 1905), ha una grande qualità: è uno dei pochi carceri cittadini rimasti, cioè una struttura che è inserita nel corpo vivo della città. Questa caratteristica, per nulla secondaria, consente ai detenuti di sentirsi ancora connessi al mondo esterno, non solo attraverso i familiari - che in una tale collocazione riescono ad avere con loro contatti più frequenti - ma proprio attraverso la posizione, che influisce sulla loro percezione di ciò che accade “fuori” (ad esempio, attraverso i rumori esterni).
Ora, la città è innanzitutto un luogo, un sistema di relazioni; la forma della città condiziona queste relazioni e da esse viene condizionata. Inoltre, questo sistema di relazioni alimenta anche quello delle regole: lo spazio della socialità è uno spazio ad alto potenziale educativo.
In qualche modo, il progetto si propone di portare all’interno del carcere un frammento di città, cioè uno spazio articolato che stimoli, secondo più modalità, le relazioni e la socialità, e attraverso ciò inneschi un processo (ri)educativo.
Lo spazio del cortile viene allora articolato suddividendolo in aree a diversa vocazione, segnate da una differente pavimentazione, e l’inserimento di pochi elementi tridimensionali. L’intera composizione viene generata sulla base di una griglia ideale di moduli rettangolari –come nel tracciato di una città di fondazione- a cui via via si sovrappongono una serie di livelli o layer funzionali: la griglia, testimonianza di una flessibilità e modularità del progetto, lo spazio dinamico, lo spazio del relax e lo spazio dell’aggregazione.
Se da un lato la griglia compositiva conferisce ordine – seppure latente - all’insieme, dall’altro l’assenza di vere e proprie limitazioni d’uso o di demarcazioni interne lascia un margine libero, che vuol permettere a chi vivrà quello spazio di farlo proprio, magari usandolo secondo nuove e diverse modalità: un piano basso potrà essere un elemento su cui sedersi, distendersi, fare esercizi o giocare a carte, ma anche altro.
L’impostazione del progetto, l’utilizzo di una griglia compositiva e di pochi elementi tridimensionali (anche a causa delle necessarie misure di sicurezza) ne rendono possibile la modularità, di composizione e di realizzazione: il progetto può variare adattandosi a contesti o esigenze diverse, così come è possibile ipotizzarne un’esecuzione graduale.


